La Grazia (IT)
« LA GRAZIA » LA REALE IMPORTANZA DEL «SEMPLICE E FACILE»
– Javier Pérez Pont
(Questo articolo è dedicato ai partecipanti allo Stage sul Pilates di Parigi – Aprile 2015. Tengo a ringraziare Philippe Taupin per l’invito)
Al giorno d’oggi, a causa delle numerose tipologie di « Pilates » che il mercato offre, ed alla folle corsa ai nomi più strani e pregni di ego, si è creata un’enorme disputa per capire qual’è il più convincente e quale arriva ad attirare il maggior numero di adepti. Questa confusione è il risultato del marketing attuale, secondo il quale « tutto è possibile »!
Tutto questo ha fatto cadere nell’oblio la famosa frase di Joe Pilates: « meno è più ». Per questo motivo, l’insegnamento, nella maggior parte dei casi, si è allontanato dalla filosofia, dall’etica e dai propositi di questa dottrina, i cui benefici sono visibili sia dal punto di vista fisico che mentale.
In questi ultimi anni è stata condotta una ricerca sul dualismo tra l’aspetto coreografico del sistema e lo scopo principale della Contrologia.
Ai giorni nostri, probabilmente per scarsa conoscenza della vita e della persona di Joe Pilates, abbiamo lasciato che la Contrologia (in tutte le sue forme) si trasformasse, parzialmente, nel marketing del culto del corpo. Da qui, la situazione attuale, la semplificazione e la volgarizzazione della Contrologia, e dei veri intendimenti di Joe Pilates.
Ci sono un’infinità di metodi e di sistemi che consentono di aiutare l’essere umano a migliorare la qualità della propria vita. Da qui un’importante domanda: perchè ci crediamo differenti dagli altri? E in seguito un’altra domanda ancora più importante, cosa ci differenzia realmente dagli altri « Pilates » ?
Non siamo stati formati solo per recitare mere sequenze di esercizi, né abbiamo imparato esercizi presi da « archivi », né ci permettiamo di modificare gli esercizi o dare esercizi avanzati a clienti particolarmente dotati… L’insegnante deve EDUCARE ed insegnare la responsabilità verso noi stessi prima di tutto, e verso gli esseri umani in generale.
Cosa possiamo dire del nostro obbligo professionale e dell’esempio che dobbiamo essere per gli altri…?
Vorrei tanto parlare dell’ »EDUCAZIONE », della responsabilità, della disciplina, del protocollo in generale, « del bene », « del bene comune »,
del miglioramento, dell’ordine, dell’inscindibilità tra corpo e spirito,
della creatività, della forza, del talento, della costanza, del dovere; Le « categorie etiche » elencate sono dedicate al pensiero comune, sono molto chiare nei loro scopi e lo devono essere anche nel nostro contesto professionale. Sono importanti e ci distinguono dagli altri « Pilates ». Applicarle è nostra responsabilità professionale, come è nostra responsabilità trasmetterle agli studenti/clienti del nostro studio.
Prima di cominciare vorrei ricordare le tre parole (la Trinità) che la nostra Maestra Romana Kryzanowska amava pronunciare, negli anni ’90, prima di iniziare ogni formazione: Umiltà, Rispetto e Lavoro.
E’ bene ricordare queste parole (eredità del patrimonio di Joe Pilates) perchè sono i pilastri di un buon insegnante (erede di Joe Pilates). Questi pilastri sono quelli che ci fanno ricordare che il nostro è un lavoro artigianale e questi stessi pilastri ci collocano, come insegnanti, in questo grande patrimonio.
Confidando su quel che abbiamo imparato come corretto, perfetto e completo, è nostro obbligo e dovere capire quest’eredità attraverso la pratica e la volontà.
Per questo dobbiamo solo sederci in un luogo pubblico e osservare, e meditare.
Osserviamo « le persone », come faceva anche Joe Pilates da una delle finestre del suo studio sull’ottava Avenue, o come ci consigliava di fare anche Romana Kryzanowska.
Osservando il modo in cui la gente si muove, cammina, compie i propri gesti più semplici, il risultato non può che essere diverso dallo scempio che Joe Pilates vedeva dalla propria finestra. Purtroppo è molto tempo che l’essere umano; sia per ignoranza, sia per abitudine o pigrizia; sta degradando e distruggendo il proprio corpo dal punto di vista fisico che spirituale. (Basta leggere il primo libro di Joe Pilates, per rendersene conto, pubblicato nel 1934, nel quale descrive una società praticamente uguale alla nostra.)
Una domanda: ma questo degrado è limitato all’aspetto fisico, o tocca la salute?
Lo scopo primario di Joe Pilates è di aiutare a migliorare l’individuo da tutti i punti di vista, quindi un miglioramento del genere umano a 360 gradi: dalle caratteristiche psico-fisiche, alle sue abitudini socio-culturali.
Analizzando una sessione di Contrologia, si possono evidenziare le varie parti di cui si compone.
Anzitutto l’insegnante deve saper scegliere la giusta sequenza di esercizi, che rispetti un ordine prestabilito, questo dipende dalla propria conoscenza e dalla propria esperienza. (E ritorno alle tre parole chiave, la Trinità: Rispetto, Lavoro, Umiltà relativamente a quel che abbiamo appreso dal metodo.)
In seguito l’intensità degli esercizi, che va adattata alla persona in questione.
In fine, il più importante, l’obiettivo della lezione, e gli obiettivi che ci poniamo per le lezioni successive, sempre considerando tipologia e problemi del corpo che stiamo allenando.
Riassumendo consideriamo:
1- gli esercizi contenuti nella sequenza, 2- il sistema scelto per ogni persona, 3- l’obiettivo finale del lavoro, che deve andare oltre la semplice esecuzione della sequenza di allenamento in studio.
Noi ci dobbiamo occupare fin dall’inizio della lezione, dell’ultimo punto ovvero l’obiettivo finale della lezione.
Abbiamo un dovere nei confronti dei nostri allievi, il dovere è quello di iniziare un percorso che porti loro benessere, che migliori la qualità della loro vita, e che renda i gesti della vita quotidiana più semplici da compiere. In una parola: ristabilire e mantenere la Dignità dell’essere umano.
Per avere « la Dignità » non è sufficiente il corpo, ma anche un atteggiamento che ci renda fieri nella quotidianità, con questo intendo il portamento, la postura, la camminata. La Contrologia è stata creata per questo: aiutare e preparare le persone nel compimento delle azioni quotidiane.
Il nostro lavoro di insegnanti, nel senso di « insegnare qualcosa a qualcuno », è, nel nostro caso, insegnare la contrologia stessa, con l’aiuto del metodo e dei suoi valori etici. Questo lavoro consiste nel portare i concetti e le filosofie del nostro insegnamento a noi stessi e agli altri (regola numero uno del protocollo sociale). E’ in questo preciso momento che passiamo dall’allenamento al cambiamento reale e duraturo del praticante.
E’ adesso, dopo questa analisi generale, che testiamo la necessità di un vero insegnamento. Non dobbiamo utilizzare la Contrologia come un
semplice strumento « per guadagnarci il pane », ma far nascere nel praticante la responsabilità, dandogli i mezzi per raggiungere l’obiettivo della Contrologia: grazia e controllo del proprio corpo, benessere fisico e miglioramento delle responsabilità personali e sociali.
Le armi non sono, come si può pensare, gli esercizi contenuti nella coreografia, le armi sono i concetti, il messaggio, i valori etici della Contrologia.
Come diceva Joe Pilates « la grazia è muoversi, la grazia è compiere le azioni quotidiane della vita di ogni giorno, con la dignità che deve avere un essere umano ».
Cos’è questa « Grazia »?
Secondo Joe: « Good posture can be successfully acquired only when the entire mechanism of the body is under perfect control. Graceful carriage follows as a matter of course. So too is the proper functioning of your own body the direct result of the assembled Contrology exercises that produce a harmonious structure… » («Una buona postura può essere acquisita con successo solo quando l’intero meccanismo del corpo è sotto perfetto controllo. La grazia viene di conseguenza. Così come il corretto funzionamento del proprio corpo è il risultato diretto della Contrologia che produce una struttura armonica…”)
E come raggiungiamo quest’ultimo obiettivo? Con l’eredità e quel che io chiamo la seconda Trinità: il corretto, il buono e il bello.
Questi tre concetti non devono mai essere separati e l’uno non può esistere senza l’altro, secondo Joe Pilates la Grazia nasce proprio per il legame che c’è tra il corretto, il buono e il bello.
« Il Corretto » è: seguire le regole della struttura del proprio corpo secondo le leggi della fisica, della biologia e soprattutto dell’anatomia di ogni praticante. La maggior parte di queste leggi sono state violate fin dall’infanzia per mancanza d’informazione, di responsabilità e di disciplina. « Il Corretto » inteso come controllo del movimento e del corpo, in certi casi, è difficile e richiede diverso tempo per essere compreso.
« Il Buono »: è simile al Corretto. Il corpo e lo spirito apprezzano il ritorno al normale funzionamento dell’essere. Il « corretto » deve essere buono per natura.
« Il Bello » è il risultato dei due concetti precedenti, ma non solo. Un insegnante di Contrologia deve riconoscere la bellezza del movimento correttamente eseguito in tutte le attività della vita. E’ per questo che qualche riga sopra abbiamo detto che la sequenza di Contrologia va al di là dell’allenamento in studio.
Per concludere, il nostro fine sarà di insegnare all’ allievo, allievo e non cliente, a muoversi in maniera efficace e con grazia anche nelle azioni quotidiane.
Javier Pérez Pont Barcelona, primavera 2015